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Giardini in scala

Potenza

2016

Potenza, si sa, è una città fatta a scale. Ce ne sono tante. Sono tutte diverse. Ognuna è un pezzo unico.
Tutte sono luoghi pubblici inesorabilmente pedonali.
Una tale dotazione di spazi sottratti al traffico, anche considerandone la sola quantità, rende Potenza una città speciale. D’altro canto, la geometria digradante ne complica la fruizione oltre l’uso proprio di percorso.
Cosa accadrebbe se le scale fossero anche qualcos'altro? Cosa accadrebbe se fossero anche piazze, giardini, parchi, playground, arene, mercati, tutti rampanti?
Questa è l’ipotesi con cui Giardini in Scala interpreta il tema dell’8a edizione del Festival Città delle Cento Scale, immaginando l’"appropriazione indebita" delle rampe da parte di altri spazi, cui si è soliti associare molte qualità, materiali e simboliche, delle città. Per i giorni del Festival, la rampa Giacomo Leopardi è "indebitamente occupata" da un giardino, ispirato al parterre bas de l’Orangerie di Versailles.
Lo scopo è riflettere sulle qualità del paesaggio urbano contemporaneo che possono derivare dalle contaminazioni e dalla compresenza, persino conflittuale, di temi e generi, forme e funzioni, tra loro in apparenza incoerenti o incompatibili. Il registro è quello del paradosso, giacché la scala in realtà è un giardino e il parterre, pianeggiante per antonomasia, si distende invece su oltre cento gradini.
Il risultato è quel che Gianni Rodari, in ambito letterario, chiamerebbe "un binomio fantastico": l'incontro tra due parole che si provocano. L'esito dell'incontro "tra due spazi che si provocano" - la scala e il giardino - è uno spazio nuovo per Potenza, che oggi chiamiamo Giardini in scala e che ci suggerisce la promettente ricchezza dei paesaggi contraddittori, imprecisi, incerti, ambivalenti.
Giardini in scala traspone sulla rampa Leopardi una porzione del giardino di Versailles, con cui è certamente "in debito". È in debito anche con la tradizione, non meno nobile, delle infiorate nelle città in festa del Mediterraneo, quando lo spazio fisico si trasforma in evento e, attraverso la meraviglia, celebra tanto i luoghi quanto la comunità.
Da questa eredità si vuole partire, per sottolineare la necessità di rinnovare i nostri codici di linguaggio e di comportamento per il progetto dello spazio pubblico; trovare antidoti a una certa afasia e pigrizia di immaginario, dove etica ed estetica sono più che altrove inscindibili; verificare che le contraddizioni sono nutrienti per restituire incanto al paesaggio delle città che abitiamo.
A buon rendere.

 

 

Client

Città delle 100 scale Festival / Basilicata 1799 

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Project team

Luca Catalano e Annalisa Metta (Osa architettura e paesaggio) + Antonio Graziadei, Alberto Petrone e Gerardo Sassano (Volumezero architecture and landscape)

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Collaborators

Giovanni Brienza (grafica), Daniel Loddo (disegni) e Mimmo Nardozza

Giorgia Botonico, Daniela Casorelli, Vita Colucci, Maria Coviello, Giuseppe Telesca e Lia Zanda

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Photographer:

Salvatore Laurenzana 

Vincenzo Buono (drone)

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About

Giardini in scala. Città delle 100 scale Festival. ISSUU

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Architettura del paesaggio #33, gennaio 2017, Giardini per la città. ISSN 1125-0259

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Video drone (settembre 2016)

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